Caldaie a condensazione: funzionamento e vantaggi

Per risparmiare sulle sempre più alte spese di riscaldamento bisogna intervenire subito.
Entro la fine del 2013 infatti, chi passa ad una caldaia a condensazione, che permette di risparmiare notevolmente, gode anche dell’ulteriore vantaggio degli incentivi al 65%.
Passando ad una caldaia a condensazione si guadagna in efficienza dell’impianto di riscaldamento domestico e produzione di acqua calda sanitaria, si risparmia in bolletta (fino al 20%) ed anche l’ambiente ci guadagna.

Si sfutta il vapore acqueo
In una stanza da bagno, dopo aver fatto la doccia calda, il vapore acqueo prodotto si condensa a contatto con le finestre e con le piastrelle fredde, cedendo calore e formando tante goccioline d’acqua.
E’ questo il fenomeno della condensazione, lo stesso principio alla base del funzionamento di questo tipo di caldaia. 
Questo apparecchio, infatti, è strutturato per recuperare buona parte del calore, che normalmente viene disperso attraverso i gasi di scarico sotto forma di vapore acqueo. Il risultato è che i gas di scarico escono a una temperatura di 50-60°C (di gran lunga inferiore a quella delle caldaie tradizionali) cedendo all’impianto una quota supplementare di calore che altrimenti andrebbe disperso. Ciò consente un migliore sfruttamento dell’energia ricavabile dal gas combustibile e, quindi, un maggiore rendimento che, in termini economici, significa una riduzione dei consumi a parità di energia utilizzata.

Vantaggi economici
Anche se una caldaia a condensazione costa di più di una tradizionale, nel tempo è possibile ammortizzare la spesa grazie al risparmio sui consumi.

Sicuramente le caldaie a condensazione riescono a garantire maggior risparmio se abbinati a sistemi di riscaldamento funzionanti a basse temperature, come gli impianti a pannelli radianti, nei quali l’acqua circolante è a 30-40°C. 
Anche se si dispone di normali radiatori comunque, è importante considerare che l’efficienza delle caldaie a condensazione è comunque assicurata da sofisticati dispositivi di modulazione della potenza e di gestione della temperatura.


La caldaia a condensazione risulterà meno conveniente a chi passa gran parte della giornata lontano da casa e l’impianto resta spento per molte ore al giorno o se l’appartamento è piccolo (monolocale).

Sistema integrato Hybrid box di Beretta

Beretta ha ideato una caldaia unica, integrata con pompa di calore e solare termico. Si chiama Hybrid Box ed è, appunto, un sistema ibrido multi energia (gas, elettricità e solare) che integra una caldaia a condensazione combinata, un sistema solare termico a circolazione forzata e una pompa di calore.

La struttura ibrida permette una produzione “multi energetica” e garantisce riscaldamento invernale, raffrescamento estivo e acqua calda sanitaria. Hybrid Box è alloggiato in un’unità a incasso, con ingombri ridotti, nella quale è posizionato un generatore premiscelato a condensazione disponibile in potenze da 25 a 35 kW.



Il sistema è dotato, inoltre, di un’unità esterna con pompa di calore, chiamata Hydronic Unit, in grado di funzionare anche in condizioni meteorologiche estreme: in inverno produce acqua calda fino a una temperatura di 60°C con clima esterno fino a -20°C; in estate garantisce acqua refrigerata a 18°C anche con picchi atmosferici di 47°C. La struttura può essere connessa a impianti di riscaldamento a pavimento o a sistemi ventilconvettori. 



Hybrid Box è equipaggiato con bollitore sanitario a doppio serpentino a integrazione solare, per consentire l’installazione combinata di collettori termici. 



Il sistema Hybrid Box è in grado di soddisfare qualsiasi esigenza scegliendo il mix di energia più corretto epr contenere i consumi e le emissioni. Questa tecnologia è compresa in un unico box da incasso, di facile installazione e di poco ingombro ed è governata dal nuovo Energy manager Beretta LogiCO in grado di scegliere sempre  la fonte di energia più conveniente. 



Allo stato attuale, sul mercato sono disponibili tre modelli, rispettivamente da 4, 6 e 8 kW.
Prezzo indicativo: 7.500 euro


Sostituire la caldaia: bonus fiscale del 65%

Dal 6 giugno scorso c’è un motivo in più per passare ad una caldaia a condensazione: l’agevolazione fiscale che prevede uno sconto sull’Irpef è passata al 65%. Questo significa che quanto  speso per sostituire una vecchia caldaia con una caldaia a condensazione, che permette un risparmio energetico, può essere portato in detrazione delle tasse da pagare nella misura del 65% della spesa, contro il 55% precedente.


Usufruiscono del bonus fiscale del 65% l’installazione di impianti di riscaldamento ad aria o ad acqua, che recuperino l’energia altrimenti dispersa nell’ambiente attraverso i fumi di combustione e il vapore acqua.
Sono ammessi all’agevolazione del 65% anche lo smontaggio e la dismissione dell’impianto di climatizzazione esistente, oltre alla fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature termiche, meccaniche, elettriche ed elettroniche, e delle opere idrauliche e murarie necessarie per la sostituzione a regola d’arte del vecchio impianto.

Passare alla caldaia a condensazione permette di recuperare fino al 15% del calore disperso da quelle tradizionali. Il costo dell’intervento varia in base alla potenza del generatore, ma si aggira in media intorno ai 4.000 euro per un appartamento.
Per poter accedere all’agevolazione fiscale l’intervento deve consistere nella sostituzione totale o parziale della vecchia caldaia e non come nuova installazione. Se la potenza nominale al focolare è inferiore ai 100 kW, il generatore deve avere un rendimento termico utile pari a 93 + 2logPn e devono essere installate valvole termostatiche a bassa inerzia su tutti i corpi scaldanti. Se la potenza nominale è uguale o superiore a 100 kW, deve essere inoltre adottato un bruciatore di tipo modulante su cui agisca direttamente la regolazione climatica, ed è necessario installare anche una pompa elettronica a giri variabili.

Occorrono l’asserverazone del tecnico abilitato o la certificazione del produttore che ne attesti la rispondenza ai requisiti di legge per l’agevolazione. La detrazione massima consentita è di 30.000 euro.

Nuove caldaie a condensazione



Le nuove caldaie a condensazione utilizzano sempre meno le risorse energetiche tradizionali permettendo risparmi in bolletta e  benefici per l’ambiente in termini di minor inquinamento.

Ci sono modelli di caldaie a condensazione per esempio che integrano l’impiego efficiente di un combustibile convenzionale come gas o GPL con l’energia solare consentendo di ridurre notevolmente la bolletta e abbattere in modo determinante le emissioni nocive.
Il sistema CerapurSolar di Junkers (composto dalla caldaia a condensazione CerapurSolar CSW 30-3 e dall’accumulatore SP400 SHU da 400 litri), collegato a pannelli solari, conserva e utilizza l’energia solare sia per il riscaldamento sia per la produzione di acqua calda, ottimizzando i consumi, con un risparmio energetico del 55% rispetto ai vecchi impianti convenzionali.
Prezzo 10.668 euro. www.junkers.it

La tecnologia che permette di sfruttare la condensazione, nata una decina di anni fa in Olanda, ha rappresentato una vera e propria rivoluzione. Il recupero del calore latente di condensazione del vapore acqueo contenuto nei fumi di scarico ha permesso di ottenere rendimenti elevati e di ridurre le emissioni inquinanti.
La caldaia stagna a condensazione A Serie di Atag, grazie a uno scambiatore di calore brevettato nel 1997, che consente il massimo del recupero del processo di combustione, ha marcatura energetica “4 stelle”, la più alta classe di rendimento, e assicura un risparmio energetico fino al 30%. E’ stata insignita del Premio per la Migliore Efficienza 2009 dall’Associazione dei consumatori olandese.
Prezzo da 2.587 euro. www.atagitalia.com

Gli apparecchi a pompa di calore sono in grado di sfruttare l’alta temperatura delle radiazioni solari, sempre presenti nell’aria, anche quando fa molto freddo, e di utilizzarla per innalzare quella dell’acqua sia per il riscaldamento domestico, sia per gli usi sanitari. Composto da un motore esterno inverter (come quello dei condizionatori) e da un elemento interno che gestisce il circuito dell’acqua, Sherpa di Olimpia Splendid è una soluzione ideale per gli impianti che utilizzano sistemi radianti o foncoil : rende 4 kW di energia termica per ogni kW consumato e non ha emissioni inquinanti. In estate poi, invertendo il ciclo, consente di raffrescare gli ambienti.
www.olimpiasplendid.it

Una soluzione pulita ed efficiente da usare nelle abitazioni monofamiliare è rappresentata dai sistemi di riscaldamento a pompa di calore che utilizzano l’energia solare immagazzinata dalla terra o dall’acqua di falda. GeoTherm plus di Vaillant ricava il 75% dell’energia dal terreno o dall’acqua tramite una sonda. Di facile installazione grazie alla sua struttura compatta e alle dimensioni ridotte (cm 60x84x180 h) e silenziosa, rende al meglio in abbinamento con impianti a bassa temperatura (a pavimento, parete o soffitto). E’ inoltre dotata di un bollitore integrato da 175 litri per acqua sanitaria e permette in estate il raffrescamento passivo dell’abitazione.
Prezzo a partire da 9.775 euro. www.vaillant.it

Anche gli scaldacqua si sono evoluti in apparecchi tecnologici dagli elevati risparmi energetici. Nuos di Ariston utilizza il calore prelevato dall’aria per riscaldare l’acqua sanitaria contenuto nel bollitore (fino a 55°C), riducendo i consumi del 70% rispetto ai tradizionali boiler elettrici. Di ideale installazione nei locali dove vi siano perdite termiche dovute all’utilizzo di caldaie, frigoriferi e lavatrici, massimizzando così il recupero di calore, ne migliora anche la qualità dell’aria, facilitando la ventilazione naturale e producendo un effetto rinfrescante e deumidificante.
Prezzo da 1.194 euro. www.aristonheating.com

Detrazioni fiscali per acquisto caldaie



Le caldaie a condensazione sono quelle che permettono di usufruire della tecnologia più avanzata in materia. Avendo la capacità  di recuperare e sfruttare il calore residuo dei fumi, sono quelle che consentono di disperdere la minore quantità di calore. Condensando tutto il vapore, fanno ottenere un incremento di rendimento dell’11% rispetto ad una caldaia ad alto rendimento e del 30% rispetto ad una caldaia di vecchia generazione. E’ per questo che installare una caldaia a condensazione risulta essere la scelta più conveniente sia in termini di maggior rendimento , di  risparmio in bolletta e di minor impatto ambientale.
Se si vuole sostituire la propria vecchia caldaia con una a condensazione questo è il periodo giusto.  Si possono infatti detrarre, da giugno scorso, la buona parte delle spese sostenute dalla dichiarazione dei redditi. E’ bene precisare che ci sono due decreti che permettono le detrazioni fiscali.
Per chi svolge lavori di ristrutturazione edilizia e decide di installare una caldaia ad alto rendimento (non necessariamente a condensazione) entro giugno 2013 la detrazione che spetta è del 50% (prima era del 36%) per unità abitativa.
Per le spese di ristrutturazione con finalità di risparmio energetico (ovvero per chi installa una caldaia a condensazione) è prevista una detrazione fiscale del 55% sempre entro il 30 giugno 2013.
Dopo questa data entrambe le detrazioni torneranno al 36%, come stabilito dalla normativa precedente.
Il pagamento dei lavori deve essere effettuato obbligatoriamente tramite bonifico. Nella causale deve essere indicata la relativa legge a cui si fa riferimento per la detrazione.

Pellet per stufe: quale scegliere



Per chi in casa ha una stufa a pellet, con l’avvicinarsi della stagione fredda,  è arrivato il momento di fare rifornimento di combustibile vegetale.
Nella scelta del pellet migliore per le stufe bisogna prestare particolare attenzione all’etichetta . Il legno migliore è il faggio puro, secondo l’abete, che però come le altre piante resinose sporca un po’ di più la stufa. Infine ci sono le latifoglie e il misto. Esiste poi il pellet ottenuto da biomasse varie, per esempio segatura di legno mischiato a scarti di mais. Questo tipo di pellet è consigliato solo per grandi caldaie, non per le stufe in quanto il residuo di cenere relativamente alto sporca braciere e canna fumaria.
In ogni caso guardando l’etichetta riportata sui sacchi di pellet è bene prestare attenzione ai  due numeri riportati. Il primo indica il potere calorifico, ossia l’energia fornita da una data quantità di quel particolare pellet. I valori possono andare da 4.5 a 5.5 kWh/kg. Ovviamente è da preferire il valore più alto. Il secondo numero indica il residuo di cenere: correlato al potere calorifico, determina quanto il pellet sporcherà la stufa. L’ideale è che sia sotto l’1%.
Il modo migliore per garantirsi un pellet di qualità è sceglierne uno che si sottoponga a certificazioni volontarie riconosciute. Per l’Italia queste danno ad esempio  l’attestazione Pellet Gold. Indica che i produttori di pellet che vogliono riportare questo marchio sulle proprie confezioni accettano che il loro materiale sia sottoposto a controlli casuali, periodici e a sorpresa in un laboratorio certificato. Le analisi verificano la composizione chimica, escludendo ad esempio la presenza di vernici e formaldeide che potrebbe essere presente qualora il pellet fosse (illegalmente) derivato da scarti di legno già lavorato, misurano il potere calorifico e il residuo di ceneri, controllano le caratteristiche fisiche come la durevolezza, ossia che il pellet non si sbricioli, ed effettuano altri tipi di test per controllarne la qualità.
C’è anche una certificazione a livello europeo, la EN Plus, che divide i pellet in tre classi di qualità: dalla A1 per la qualità più elevata, la A2 per la più scadente ma comunque conforme a determinati standard e la B destinata solo a grandi impianti di combustione per uso commerciale o industriale.
Una buona guida al mondo del pellet si trova su qualenergia.it.

Pulizia e manutenzione della caldaia



E’ arrivato l’autunno, le ore di luce si accorciano, le foglie iniziano ad ingiallire ed è anche il momento di controllare la caldaia che a breve dovrà ricominciare la sua piena attività.
Questo è il periodo migliore per contattare il tecnico che procederà alla pulizia e al controllo della caldaia in quanto più si avvicineranno le giornate fredde più le ditte specializzate saranno subissate di chiamate ed i tempi di attesa si allungheranno.
La manutenzione regolare della caldaia è necessaria, prima di tutto, per garantire la sicurezza. Impianti vecchi e trascurati, non a perfetta tenuta stagna, usurati o mal funzionanti, possono provocare perdite di gas e, di conseguenza, pericolosi incidenti domestici.
Per manutenzione si intende anche il rispetto delle scadenze per il controllo dei fumi di scarico degli impianti. E questa è la seconda buona ragione per rispettarne le norme. Il controllo dei fumi serve a evitare che la caldaia produca emissioni nocive non solo per se stessi, ma anche per l’aria e per l’ambiente.
Una terza buona ragione per essere rigorosi nei controlli è il portafoglio. Una caldaia a norma non solo è sicura, ma consente anche un buon risparmio energetico. Una non perfettamente funzionante e sporca, invece, consuma più gas e la bolletta a fine  stagione ne risente di sicuro.
La legge prevede precise scadenze per la cosiddetta analisi dei fumi (o controlli per l’efficienza energetica) degli impianti di riscaldamento. Consiste, in pratica, nel prelievo e nell’analisi delle sostanze inquinanti emesse nell’ambiente esterno.
Nel caso di caldaia autonoma è il padrone di casa (responsabile a livello penale e civile) a dover contattare il tecnico specializzato; nel caso di un condominio con un impianto centralizzato, invece, se ne deve occupare l’amministratore. In entrambe le soluzioni, si deve rispettare una specifica tempistica.
Per le caldaie usate nelle abitazioni private (con potenza inferiore a 35 kW) il controllo dei fumi va fatto ogni due anni per gli impianti con più di 8 anni di anzianità; va fatto ogni due anni anche per le caldaie non a camera stagna (tipo B) e per quelle installate all’interno dell’abitazione (che devono essere sempre a camera stagna).
Per le caldaie con meno di 8 anni, per quelle a camera stagna (tipo C) e quelle non a camera stagna ma esterne all’abitazione, il controllo può essere fatto ogni quattro anni (solo se espressamente scritto sul libretto di  istruzioni della caldaia, altrimenti rimane l’obbligo ogni due anni.
Nel caso la caldaia di casa sia alimentata a combustibile solido o liquido (per esempio legna, gpl, gasolio, pellet) la manutenzione deve essere eseguita ogni anno, indipendentemente dalla potenza dell’impianto.
Per le caldaia con potenza uguale o superiore a 35 kW (in sostanza gli impianti di riscaldamento centralizzato dei condomini) il controllo va fatto ogni anno, sia per quelli a gas sia per quelli a combustibile solido o liquido. Questi controlli di legge sono obbligatori e l’autorità di verificare che siano rispettati spetta al Comune, nei centri con più di 40mila abitanti, oppure alla Provincia, nei centri con meno di 40mila abitanti.
I costi per l’analisi dei fumi e per la manutenzione della caldaia possono variare a seconda della regione e della ditta alla quale ci si affida. In generale comunque il costo medio è di 60/75 euro per la sola manutenzione ordinaria e di 100/120 euro se è compreso il controllo delle emissioni.